Ultimamente le aziende stanno sviluppando sempre più l’intelligenza artificiale, basti pensare a Siri e Cortana, le assistenti intelligenti di Apple e Microsoft, o a Google Home o Amazon Echo (del quale sono stati recentemente richiesti i dati come prova per un’indagine per omicidio, potete trovare l’articolo qui).
Questo non deve stupirti.
E’ un po’ di tempo, in realtà, che accediamo alle informazioni utilizzando la voce anziché la tastiera o il touch screen. Probabilmente questa tendenza continuerà ad aumentare, fino a che la maggior parte delle nostre interazioni con la tecnologia avverranno attraverso la voce.
Insomma siamo prossimi a vivere quel mondo che avevamo visto solo al cinema… Tra solo pochi anni il computer di Star Trek, Hal 9000 di 2001: Odissea nello spazio o l’assistente vocale Samantha di Her, potrebbero diventare realtà.
Cosa ci rende tanto eccitati all’idea di utilizzare le intelligenze artificiali?
Il motivo principale è probabilmente proprio il fatto che il dispositivo dà delle risposte vocali, ed abbiamo così l’impressione di interagire con una persona reale e non con una macchina. Per questo motivo il feedback vocale che riceviamo dovrebbe sembrare umano.
Al momento, purtroppo, la risposta non è del tutto soddisfacente, almeno da questo punto di vista. Ad esempio Siri risponde alle tue richieste. Potrebbe rispondere in modi diversi alla stessa domanda, ma l’intonazione delle risposte suonerà sempre uguale. Le voci del servizio non hanno inflessioni (ed è comunque disponibile un’unica voce) ed è proprio questo che servirebbe a rendere l’esperienza più realistica.
Questa potrebbe essere una strada percorribile dagli attori vocali
Infatti, ogni volta che realizza un voiceover, l’artista opera dei cambiamenti, più o meno evidenti, più o meno consci, che rendono la registrazione unica. Ciò che potrebbe fare la programmazione dell’intelligenza artificiale, è rielaborare il linguaggio naturale delle tue registrazioni per creare risposte al volo, utilizzando come variabili anche il ritmo, il volume, il respiro e lo stress vocale.
A questo punto, le diverse aziende potrebbero fare dei casting ed offrire a chi acquista il servizio voci diverse, offrendo al voiceover artist, invece di un pagamento una tantum, dei diritti ogni volta che il cliente finale decide di utilizzare la sua voce.
Un’applicazione per il sociale
Anche nel sociale ci si sta muovendo in questo senso, ad esempio per offrire un voiceover personale realizzato per chi ha difficoltà vocali di vario genere (basti pensare al compianto Stephen Hawking, che riusciva a comunicare tramite un sintetizzatore vocale).
VocalID ad esempio è un’azienda che cerca di sostituire la voce sintetizzata con una con caratteristiche umane.
Il futuro è già qui! Hai in mente l’utilizzo della voce per il tuo video o vuoi provare a migliorare la risposta di un sintetizzatore? Chiedici una consulenza gratuita per fugare ogni tuo dubbio!
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